Conferenze online ISItA

Dal 2021, l'Istituto Italiano di Antropologia organizza annualmente conferenze online su temi di interesse interdisciplinare rivolte a un pubblico non specialistico. Gli incontri saranno fruibili liberamente attraverso una piattaforma online, anche sotto forma di registrazione video.  


2023    Il popolamento dei continenti: una prospettiva genomica 

La possibilità di studiare la diversità in popolazioni attuali e in reperti antichi attraverso analisi sempre più complete del genoma umano ha rivoluzionato il quadro delle conoscenze sul passato della nostra specie fuori dall’Africa. Questo ciclo di conferenze online coordinato da Luca Pagani e da Leonardo Vallini (Università di Padova) vuole offrire una panoramica sui diversi scenari continentali e sulle conoscenze attuali sui fenomeni di ibridazione tra diverse specie del genere Homo.  I temi riguarderanno: il popolamento dell’Eurasia, le migrazioni “Out of Africa” e l'arci noto Neanderthal; il popolamento dell’Oceania e la nostra interazione con i meno noti Denisova; il popolamento delle Americhe;  la storia genetica dell’Italia. 

Fuori dall’Africa, ma abbiamo un piano? 

Leonardo Vallini (Università di Padova) 


28 Aprile 2023 ore 16:00  

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La storia della nostra specie, Homo sapiens, comincia in Africa fra 300 e 200 mila anni fa; lì i nostri antenati hanno trascorso oltre la metà della nostra storia evolutiva. Quando finalmente i primi coloni si sono avventurati al di fuori del continente di origine hanno dovuto affrontare numerose sfide tra cui l'adattamento a nuovi ecosistemi e l'interazione con altre specie del genere Homo prima di riuscire a espandersi con successo.


Leonardo Vallini è Laureato in Biologia Molecolare all'Università di Padova, dove attualmente sta lavorando a un progetto di dottorato in Antropologia Molecolare. Il suo focus di ricerca è il Paleolitico, ed in particolare i primi millenni di Homo sapiens in Eurasia dopo l'uscita dall'Africa, che cerca di affrontare con un approccio multidisciplinare mirando ad includere evidenze non solo genetiche, ma anche archeologiche e paleoclimatiche.


In viaggio verso sud: la rotta delle Americhe

Chiara Barbieri  (Università di Zurigo)


5 Maggio 2023 ore 16:00  

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Le Americhe sono l’ultimo dei grandi continenti ad essere stato popolato dalla specie umana. Un piccolo gruppo di migranti, espandendosi rapidamente da nord a sud, ha sviluppato una esplosione demografica e culturale senza eguali. Alcuni passaggi sono ancora dibattuti: il continente era completamente disabitato? possiamo ricostruire lo scenario precedente al collasso perpetrato dagli europei? come conciliare le evidenze genetiche, archeologiche, e linguistiche? 


Chiara Barbieri lavora come genetista all’università di Zurigo. Laureata a Bologna in Biodiversità ed Evoluzione, ha conseguito un dottorato presso il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology a Lipsia. Con progetti di ricerca marcatamente multidisciplinari, si occupa di storia genetica e culturale del Sud America, e del contrasto tra diversità demografica e linguistica a scala locale e globale. 


Genomi fantastici e dove trovarli: il popolamento dell’Italia

Serena Aneli  (Università di Torino


12 Maggio 2023 ore 16:00  

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La penisola italiana, data la sua posizione al centro del Mar Mediterraneo, è stata uno dei più importanti crocevia commerciali, culturali e migratori della storia europea. Negli ultimi anni, grazie agli avanzamenti tecnologici nell’ambito del DNA antico, un crescente numero di genomi provenienti dal territorio italiano è stato analizzato e pubblicato, confermando sempre più il ruolo centrale che quest’area geografica ha svolto dall’inizio del popolamento dell’Europa fino ai giorni nostri. 

Serena Aneli è una genetista e lavora all’università di Torino. Nella stessa università ha conseguito la laurea in biologia molecolare ed il dottorato in genetica umana. Si occupa dell’analisi computazionale della variabilità genetica delle popolazioni umane al fine di inferire gli eventi demografici del nostro passato. I suoi maggiori ambiti di interesse sono la genetica di popolazione e la genetica forense. 

Gli umani alla conquista degli antipodi

Luca Pagani  (Università di Padova


19 Maggio 2023 ore 16:00  

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A giudicare dai resti archeologici l’Oceania, il continente più remoto, è stato anche il primo ad essere stato colonizzato dalla nostra specie subito dopo l’uscita dall’Africa. Nella presentazione che chiude il ciclo di conferenze, vedremo come la genetica possa ricostruire questi eventi e come, sulla strada per l’Oceania, i primi umani abbiano fatto conoscenze impreviste con una specie ancora tutta da scoprire: i Denisova.


 Luca Pagani è Laureato in Biologia Molecolare alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha un dottorato in Antropologia Biologica presso l’Università di Cambridge. La sua ricerca si concentra su eventi di mescolanza genetica antichi e recenti e su come questi possano essere utili per rievocare il passato demografico delle popolazioni umane contemporanee e per comprendere meglio la loro biologia.

2022    Integrazione visuospaziale e archeologia cognitiva

con il patrocinio del dottorato in Biologia Ambientale e Evoluzionistica, Università di Roma "La Sapienza"

Per i crediti delle immagini vedi sotto

La mente è stata da sempre interpretata come il prodotto del cervello. Negli ultimi anni, le scienze cognitive stanno offrendo invece una visione alternativa, che vede la cognizione come un processo basato nell’interazione tra cervello, corpo e ambiente.

Nel caso del genere umano, l’ambiente include ovviamente anche l’ambiente culturale e, in particolare, quello tecnologico. Queste teorie, evidentemente, richiedono un cambiamento radicale nell’interpretazione del corpo e del sistema percettivo, degli strumenti come elementi cognitivi periferici ed extra-somatici, e del concetto di spazio relativo a processi quali l’immaginazione visuale, l’attenzione, le funzioni esecutive, le dinamiche sociali, i meccanismi mnemonici o la stessa coscienza.

Nuove discipline stanno cercando di creare ponti tra antropologia e neuroscienza, tanto a livello metodologico come teorico e sperimentale. La paleoneurologia studia l’anatomia cerebrale nelle specie fossili, la neuroarcheologia studia le funzioni cerebrali associate ai comportamenti che possiamo inferire dal registro archeologico, e l’archeologia cognitiva cerca di interpretare questi comportamenti nel contesto delle teorie e dei metodi di ricerca della psicologia.

Questo ciclo di incontri comprende quattro conferenze che descriveranno alcuni aspetti sperimentali associati a questo contesto, integrando aspetti evolutivi (soprattutto l’evoluzione tecnologica nel genere umano) con aspetti cognitivi associati alla percezione e all'attenzione. Annapaola Fedato presenterà una serie di studi che considerano la risposta attenzionale durante la manipolazione di oggetti litici del Paleolitico Inferiore, misurata attraverso il potenziale elettrico della pelle (analisi elettrodermica). María Silva-Gago analizzerá l’interazione visuale con gli stessi strumenti litici, mediante tecniche di monitoraggio oculare (eye-tracking). Justine Cléry ci parlerà di come cambia la percezione quando uno strumento entra nel raggio d’azione del nostro corpo (spazio peri-personale). Emiliano Bruner chiuderà infine il ciclo di conferenze, presentando una sintesi sull’evoluzione visuospaziale e attenzionale nel genere umano.

Analisi elettrodermica, percezione aptica e preistoria

Annapaola Fedato*

7 Novembre 2022, ore 17:00,  video non disponibile

L’analisi elettordermica permette analizzare la variazione dell’attenzione e del livello di attivazione cognitiva (arousal) mediante lo studio dei cambiamenti impedenziometrici della pelle. Utilizzando questa tecnica è possible studiare come cambia lo stato attenzionale nell’esplorazione tattile e nella manipolazione dell’industria del Paleolitico Inferiore, rivelando differenze tra Olduvaiano e Acheleano associate alle loro caratteristiche fisiche e geometriche. 

*Annapaola Fedato è laureata in Scienze Ambientali e dottore di ricerca in Evoluzione Umana. Si occupa di archeologia cognitiva e percezione aptica, e in particolare dell’integrazione tra corpo e tecnologia litica, utilizzando tecniche di analisi ergonomica, morfometria, ed elettrodermografia. 

Visual attention and paleolithic technology

María Silva-Gago* 


21 Novembre 2022 (in inglese) video 

La visione è uno strumento chiave per la selezione attenzionale sia esogena che endogena e può essere analizzata utilizzando dispositivi di tracciamento oculare. I modelli di scansione visiva associati all'esplorazione degli strumenti del Paleolitico inferiore suggeriscono che le caratteristiche salienti degli strumenti non siano influenti in questo senso. Invece, l'attenzione e l'"affordance" sono in gran parte associati alle regioni strutturali (base) e funzionali (punte), con differenze tra choppers e asce.


*María Silva-Gago ha una laurea in Storia e un dottorato di ricerca in Evoluzione umana. La sua ricerca si concentra sullo studio dell'integrazione visuospaziale nell'archeologia cognitiva. Indaga i modelli di attenzione visiva associati all'esplorazione degli strumenti in pietra del Paleolitico, principalmente attraverso metodi di eye-tracking.

Peripersonal space: beyond the body

Justine Cléry*


5 Dicembre  (in inglese) video


Lo spazio direttamente vicino al corpo rappresenta una priorità ai fini della sopravvivenza, rispetto agli spazi più distanti. Questo spazio, chiamato spazio peripersonale, quando invaso da un oggetto o anche da un conspecifico, genera comportamenti difensivi o di evitamento per motivi di autoprotezione. In questa lezione verranno presentate le funzioni di questo spazio, la dinamica e la modulazione legate a fattori fisici, emotivi, sociali e culturali. Verranno anche discusse ipotesi sui potenziali cambiamenti di questo spazio durante l'evoluzione umana. 


*Justine Cléry è Assistant Professor presso la McGill University dall'aprile 2022. Ha svolto i suoi studi di dottorato con Suliann Ben Hamed presso l'Institute des Sciences Cognitives (Lione, Francia) e la sua ricerca post-dottorato con Stefan Everling presso la Western University (Canada). Usa la risonanza magnetica funzionale e le misurazioni comportamentali in macachi e uistitì svegli per studiare le reti funzionali coinvolte nell'elaborazione sensoriale, nella rappresentazione dello spazio e nella cognizione sociale.

Integrazione visuospaziale e evoluzione umana

Emiliano Bruner*


19 Dicembre, Aula Marini Bettolo, edificio di Botanica, Città Universitaria video


La paleoneurologia ha evidenziato cambiamenti importanti nella corteccia parietale del genere umano, e l’archeologia cognitiva ha descritto variazioni importanti delle sue principali funzioni cognitive, in particolare degli aspetti associati all’integrazione visuospaziale. Queste evidenze suggeriscono una importanza cruciale, per l’evoluzione della nostra specie, delle relazioni funzionali tra cervello, corpo e tecnologia.


*Emiliano Bruner è laureato in Biologia e dottore in Biologia Animale. E’ ricercatore in paleoneurobiología presso il Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana di Burgos, Spagna. Si occupa di neuroanatomia evolutiva, craniologia funzionale, e archeologia cognitiva.

2021     Dialoghi su culture, comportamento ed etica a 150 anni dal “The Descent of Man” di Charles Darwin

Etica ed evoluzionismo: biologia e filosofia del senso morale

Eleonora Severini, Università di Pavia, Dipartimento di Studi Umanistici


11 dicembre  2021 

link non ancora disponibile


Come può essere intesa la relazione tra etica ed evoluzionismo? Si può partire dai problemi connessi a questa relazione e chiedersi perché sia così difficile parlare di etica ed evoluzionismo. Alla base di questa difficoltà sembrano esserci tanto ragioni storiche quanto ragioni teoriche. Per affrontare queste questioni, vengono discusse tre tesi: (1) l’etica e l’evoluzione coincidono; (2) l’etica contrasta l’evoluzione; (3) l’etica è slegata dall’evoluzione. Partendo dalle difficoltà in cui incorrono le tre tesi, viene proposto un modo alternativo di pensare la relazione tra etica ed evoluzione in grado, da un lato, di includere l’ambiente all’interno della visione evoluzionistica di riferimento e, dall’altro lato, di collocare l’etica in una prospettiva ecologica. 

Mente estesa  e Archeologia Cognitiva

Emiliano Bruner, Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana, Burgos (España) 


10 novembre 2021 

video disponibile al link


Negli ultimi anni sono aumentate le evidenze che supportano le ipotesi di estensione cognitiva, proponendo che il processo mentale non sia limitato al sistema cerebrale ma che coinvolga attivamente anche il corpo e l'ambiente (soprattutto la tecnologia). Nella filogenesi umana sarebbe stata dunque fondamentale l'evoluzione di una "capacità protesica" che abbia permesso l'inclusione degli strumenti negli schemi del corpo e del sistema nervoso centrale. Questo processo si può analizzare anche attraverso il registro archeologico, utilizzando metodi e tecniche della neuropsicologia e delle scienze cognitive. 

Darwin continuista, i non umani e l’antropologia culturale  

Stefano Allovio, Università di Milano Statale 


9 novembre 2021, 11:15 

video disponibile al link


Nel “The Descent of Man”, Darwin rivendica in modo insistente il paradigma continuista, sottolineando il potere di ragionamento degli animali non-umani, spingendosi fino al punto di connettere i sogni dei cani a possibilità “non umane” di animismo. L’antropologia contemporanea, sempre più attenta alle relazioni fra umani e non umani, non faticherebbe a sovrapporre, per esempio,  le considerazioni di Darwin attorno alle facoltà mentali dei cani a quanto si rintraccia in raffinate etnografie come quella di Eduardo Kohn sui Runa del Perù. Darwin e i Runa (che lui avrebbe potuto forse definire “infimi selvaggi”) sono molto più simili di quanto si possa immaginare: pensano a cosa pensano i cani e lo fanno a partire da un sapere che si nutre di dense relazioni interspecifiche.

Evoluzione dell'altruismo  

Telmo Pievani, Università di Padova


31 maggio 2021, 17:30 

video disponibile al link


Il mondo animale ci regala molti esempi di altruismo, anche in specie evolutivamente lontane dalla nostra. Questa diffusione dei comportamenti altruistici può sembrare un paradosso, visto che la selezione naturale favorisce i tratti che permettono ai loro portatori di sopravvivere e riprodursi. Come riescono i comportamenti altruistici a prevalere sull’interesse individuale? 

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